sulle comunità “virtuali”. I cosiddetti “social”. Non conosco Twitter e nemmeno Instagram e benché risulti ancora iscritta ad entrambi credo siano oramai anni che non pubblico più niente. Li ho frequentati per qualche ora e poi li ho abbandonati al loro destino e sinceramente non ho affatto voglia di rientrarci, nemmeno per cancellarmi definitivamente (ammesso sia possibile farlo). Ho abbandonato Facebook venticinque giorni fa (prima dello scandalo Cambridge Analytica!), ormai esausta di roselline e sorrisi, gattini, fake news, razzismo e fanatismi vari.
Ho scoperto immediatamente, con mia grande meraviglia, che la giornata è composta di 24 ore e che tutte quante, ma proprio tutte tutte, possono essere utilizzate per praticare diverse attività, senza dover per forza immettere user ID e password; senza dover raccontare al mondo ogni singolo movimento, senza album di cene al ristorante, anniversari, ritrovi famigliari e sorrisi forzati.
La condivisione delle proprie vicende, piuttosto che degli stati d’animo, sensazioni, paure, toglie bellezza alle esperienze quelle belle, quelle che andrebbero coltivate nella propria intimità ed esaspera ciò che invece andrebbe vissuto e “combattuto” in silenzio, senza clamore con la massima concentrazione.
La continua distrazione a cui mi sottoponeva FB con le sue notifiche, insistenti e incalzanti, toglieva l’attenzione che invece avrei voluto dedicare a ciascuno dei miei pochi “amici”. Però non è umanamente possibile leggere 99+ notifiche, prestando a ciascuna la massima considerazione e magari rispondendo ai post con calma e dopo pacate riflessioni. Me ne sfuggivano moltissime ed entravo sistematicamente in una specie di frustrazione. Cos’era più importante? Pubblicare, condividendo a raffica la pochezza della mia vita oppure leggere la pochezza delle altrui notifiche. Magari accompagnando il tutto con qualche rimprovero veicolato da messenger, perché alcuni post non venivano sufficientemente “considerati” dalla sottoscritta. (a riprova dell’egocentrismo imperante da quelle parti).
Stress. Ludicamente parlando. Comunque STRESS!!!
Basta. Si chiude. Niente giochini che non portano a nulla se non ad una competizione con persone che talvolta nemmeno conosci. Niente bacini e baciotti da finte amiche/amici che come sparisci dal social, spariscono dalla tua vita.. si dimenticano completamente di te. Praticamente se non sei su un social sei “clinicamente morto”. E nessuno ti piange. Le pacche sulle spalle che virtualmente ricevevi non si tramutano mai in messaggi su WA. Semplicemente spariscono. PUF!!!
Addio a curiosità morbose, a spionaggi sentimentali, a invidie mascherate da simpatie. Addio e basta.
C’è la vita fuori da lì e io vivo ancora. Respiro ed esisto.